Una bella filastrocca di Gianni Rodari per parlare dello zero, del valore posizionale delle cifre e di destra e sinistra.
Abbiamo drammatizzato e organizzato un viaggetto per le cifre zero e uno... in 500 naturalmente!
(Grazie a Cristina Sperlari per aver suggerito l'attività)
C’era una volta un povero zero
tondo come un O, tanto buono ma però
contava proprio zero
e nessuno lo voleva in compagnia per non buttarsi via.
Una volta per caso trovò il numero Uno
di cattivo umore
perché non riusciva a contare fino a tre.
Vedendolo così nero il piccolo zero si fece coraggio,
sulla sua macchina gli offerse un passaggio,
e schiacciò l’acceleratore, fiero assai dell’onore
di avere a bordo un simile personaggio.
D’un tratto chi si vede fermo sul marciapiede?
il signor tre che si leva il cappello
e fa un inchino fino al tombino
e poi, per Giove, il sette, l’otto, il nove
che fanno lo stesso.
Ma che cosa è successo?
che l’uno e lo zero seduti vicini,
uno qua l’altro là formavano un gran dieci:
nientemeno, un’autorità!
Da quel giorno lo zero fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra con zelo e premura,
(di tenerlo a sinistra avevano paura),
lo invitavano a cena, gli pagavano il cinema,
per il piccolo zero fu la felicità