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In occasione del giorno della memoria abbiamo proposto agli alunni la lettura della poesia "La farfalla" di  Pavel Friedman deportato a Terezin, una città della Repubblica Ceca, che fu un ghetto ebraico,  e poi morto nel campo di sterminio di Auschwitz. 

 

 

 

 

 

 

 

L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L'ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

(Pavel Friedman)

 

Il volo della farfalla.... il desiderio di libertà del poeta, la realizzazione di farfalle con la tecnica origami ci ha fatto pensare alle  1000 gru di della piccola Sadako Sasaki, malata di leucemia con le quali  esprimeva il desiderio di guarire e di porre fine a tutte le sofferenze.

 

“Scriverò pace sulle tue ali
intorno al mondo volerai
perché i bambini non muoiano più così”.
(Sadako Sasaki)

 

Le farfalle che abbiamo piegato sono dunque pensiero per Pavel, per Sadako e per tutti i bambini che ancora oggi soffrono.
Sono state raccolte sulla vetrata d'ingresso al primo piano della scuola ispirandoci alle opere di Modemoiselle Maurice

La poesia ha anche concluso il lavoro della collega Amanda in classe quinta sul giorno della memoria...

«Io ho vissuto  per non dimenticare quella parte di me, rimasta nei lager, con i miei vent’anni. Ho vissuto per difendere e raccontare l’odore dei morti che bruciavano nei crematori, per difendere la memoria di tutti i miei cari e di tanti innocenti, memoria che oggi si tenta ancora di infangare. Ho vissuto per raccontare che le ferite del corpo si rimarginano col tempo, ma quelle dello spirito mai. Le mie sanguinano ancora. (Elisa Springer)