"La cicala e la formica": una classica favola di Esopo...
In classe abbiamo letto una versione riscritta da Roberto Piumini ...
Quella che segue è una versione trovata in rete.
L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava. Venne il freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo.
Si ricordò che la formica per tutta l'estate aveva accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra. Andò a bussare alla porta della formica.La formica si fece sulla porta reggendo una vecchia lampada ad olio.
- Cosa vuoi? - chiese con aria infastidita.
- Ho freddo, ho fame….- balbettò la cicala. Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve.
- Ma davvero? - brontolò la formica - lo ho lavorato tutta l'estate per accumulare il cibo per l'inverno. Tu che cosa hai fatto in quelle giornate di sole?
- Io ho cantato!
- Hai cantato? - Bene… adesso balla!
La formica richiuse la porta e tornò al calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella campagna.
Era naturale chiedere ai bambini se preferivano la cicala o la formica...
Ecco alcune delle loro risposte:
Ed ora il pensiero di Gianni Rodari:
Alla formica
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
Che il più bel canto non vende, regala.
RIVOLUZIONE
Ho visto una formica
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone.....
La formica si fa generosa.....
E' una rivoluzione.