La matematica egizia fa riferimento a un'insieme di tecniche matematiche conosciute e trascritte nel 1650 a.C. e giunte fino a noi grazie a papiri matematici (il più importante è il papiro di Rhind) nei quali vengono descritte tecniche di calcolo e problemi con relative soluzioni.
Il mito dell'occhio di Horus ci ha permesso di parlare nuovamente di frazioni provando a capire e a ragionare come gli antichi egizi.
Gli egizi usavano soltanto unità frazionarie, e ogni altra frazione doveva essere scritta come somma di unità frazionarie (per di più con denominatori diversi). E questo poteva risultare molto complesso, tanto che erano state redatte delle tavole di frazioni.
Con l'occhio di Horus si spiegano anche i simboli utilizzati.
Al termine ognuno ha provato a rielaborare il disegno (work in progress)