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Il titolo di questo articolo è l'inizio dell'introduzione al libro di Alex Bellos intitolato I numeri ci somigliano.


Il piacere che si può provare facendo matematica può essere difficile da comunicare, da far comprendere e immaginare a coloro che con la matematica non vogliono avere niente a che fare: un vero peccato.

Al termine dello scorso anno scolastico avevo chiesto ai bambini di tornare a scuola con una barzelletta pronta da raccontare ai compagni. Un compito (a mio avviso non facile) che hanno svolto.
Questa mattina ne abbiamo ascoltate cinque o sei (le altre nei prossimi giorni) e successivamente abbiamo letto il testo scritto qui di seguito. Le barzellette ascoltate sono servite per capire il significato di "afferrare", non a tutti chiaro, e di "generalizzare" parola calzante con una barzelletta raccontata e accostata poi ad attività matematiche svolte in passato.

La matematica è una barzelletta.
Non sto scherzando.
Bisogna “afferrarla”, proprio come si afferra una barzelletta.
Il processo mentale è lo stesso.
Pensateci. Le barzellette sono storie con una premessa e una battuta finale. Le seguiamo attentamente fino al punto culminante che ci fa sorridere.
Ci sono storie con una premessa e una battuta finale anche nella matematica. Un tipo diverso di storie, certo, i cui protagonisti sono numeri, forme, simboli e modelli. Di solito la storia la chiamiamo “dimostrazione” e la battuta finale “teorema”. Seguiamo la dimostrazione fino al punto culminante. Evviva! Ci siamo arrivati! I neuroni impazziscono! Una scarica di soddisfazione intellettuale ci ripaga della confusione iniziale, e sorridiamo.
L’ha-ha! Del caso della barzelletta e l’aha! nel caso della matematica descrivono la stessa esperienza, e questo è uno dei motivi per cui capire la matematica può essere così piacevole da creare dipendenza.
Come le battute finali più divertenti, i teoremi più belli rivelano qualcosa di inaspettato. Ti fanno dono di un’idea nuova, di una nuova prospettiva. Con le barzellette ridiamo; con la matematica rimaniamo a bocca aperta. È proprio quest’elemento di sorpresa che mi ha fatto innamorare della matematica da bambino.

Al termine abbiamo piegato un kirigami (origami con un taglio della carta) per realizzare un libretto simile a quello ricevuto il primo giorno, all'interno del quale i bambini hanno potuto leggere una serie di colmi per un matematico.